Beh che dire! Dopo aver trascorso ore dal tipografo per scegliere le partecipazioni (da premettere che per me erano e sono del tutto irrilevanti, poiché detto tra noi avrei preferito optare per quella digitale! Ma la mamma è sempre la mamma e va accontentata) dopo aver starnutito incessantemente dal fiorista alias flower design, a causa della mia cronica allergia al polline, per scegliere gli addobbi floreali, e dulcis in fundo dopo aver trascorso un pomeriggio piacevole ma impegnativo per valutare gli allestimenti super wow che avrebbero fatto da cornice al nostro matrimonio, pensavo da futura sposa di aver completato i miei compiti a casa. E invece no!
Nella lista dei to do, non ero nemmeno a metà… chi mi conosce sa, che dopo 4 anni di fidanzamento con il mio amato e strafico fidanzato Jhon, americano trapiantato per amore, nella ridente e lussureggiante campagna fiorentina, che in realtà la mia idea di matrimonio era tutt’altro.
Ma come spesso accade, ci si ritrova in situazioni paradossali, per cui bisogna scendere a compromessi con i familiari, i famosi parenti serpenti. Scherzi a parte, il mio unico desiderio era di sposarmi finalmente con il mio pacman. Si è cosi che amavo chiamarlo da sempre, fin dal nostro primo incontro al baretto del paese.